Già in primavera ero in attesa della chiamata chirurgica per ridurre una fastidiosissima ernia inguinale. Nulla di fatto: non ho santi nemmeno là!

Avevo iniziato la preparazione dei miei setter per le classiche ma, ad ogni allenamento, tornavo a casa dolorante, cosciente di non riuscire a fare il necessario per essere competitivo. Alla fine ho deposto le armi, accettando l’invito della SIS poi dall’Enci, di entrare in campo al Master con la trombetta: impegno solo in apparenza più semplice che presentare cani.

È stata una stagione anomala per gli aspetti climatici, sia a starne che a quaglie ma, alla fine, la “carovana” è approdata come di consueto in Abruzzo sotto un’atmosfera particolare, e non solo per il clima. Non ho frequentato molte tappe tranne un paio: il primo giorno a Conselice, e l’altra al Petrano. Ho avuto la vaga impressione che qualche defezione di pubblico nelle due prove ci sia stata, forse dovuta alle avverse condizioni meteo tipo il secondo giorno a Conselice, parimenti al Petrano dove la nebbia e vento contrario lassù sono sempre in agguato.

Mi sono informato tramite i social sui risultati dei nostri beniamini a quattro zampe. Superfluo ripetere che la scuderia più gettonata continua ad essere quella del “canarino” Lombardi, in virtù della sua collaudata scuderia di atleti che rispettano a modo le norme della nota Classica: la più ostica da affrontare. Aggiungo che una buona concorrenza di agguerriti pointer si è palesata, forse non altrettanto fra i setter, a contendere l’annosa egemonia del giubbogiallo conterraneo Lombardi. Purtroppo alcuni blasonati setter preferiscono restare a casa a riposare coi loro conduttori, sognando palestre estere più attraenti con starne veraci.

Dunque i mattatori sul green restano, in ordine alfabetico: Baraghini, Bruni, Cantoni, Giavarini, Iazzetta, Lombardi, Richelli, Rui Lemos, Targetti, Testa e qualche sporadico coraggioso privato come Bietolini e Bordoni, i quali sono riusciti a raggiungere le distinzioni per approdare all’ appuntamento prestigioso di Campofelice. Vorrei sottolineare che la categoria dei cosiddetti gentleman o dilettanti, è quella che raccoglie la stragrande maggioranza dei cacciatori e cinofili, per cui ben venga quando qualcuno di loro riesce a spuntarla tra i professionisti, a dimostrazione che la grande passione e il lavoro premiano.

Questa è stata la diciottesima edizione del Master, chermesse discussa durante una serata in piemonte, da “quattro amici al bar” scaturita da una brillante idea di Elio Cantone, sottoscritta e promossa da Pino Dellatorre, Ivo Geminiani ed io.

Ricordo perfettamente la prima edizione priva di qualifiche, sotto il giudizio dei due Pesidenti di club: l’indimenticato Dr. Zironi e Balducci, insieme a Procaccini, Dellatorre, Pacioni e Monaco impegnati a soppesare il valore zootecnico dei soggetti.

Il confronto era basato sullo stile come un barrage, però privo di una classifica finale. I due maggiori protagonisti furono l’imperituro Ribot della Noce, e il bravo Attila.

All’epoca ebbi l’impressione di assistere a una disputa tra giudici, dove i più autoritari intendevano manifestare il proprio carisma anteposto al valore dei cani.

Ne scaturì un pareggio a mio parere più politico che meritocratico.

Ribot in classica a quei giorni era praticamente imbattibile.

Accaddero varie correzioni e varianti al regolamento del Master arrivando, addirittura, con la separazione in campo  delle due razze (a mio parere sbagliando) per evitare rivalità e/o campanilismo tra giudici a tutela delle razze.

Un rapido escursus delle edizioni passate:

 

2002 ex aequo Ribot- Lombardi Attila Scipioni

2003 ex aequo Rio Cantoni-Attila Scipioni

2004 Rio Cantoni

2005 prima edizione separata setter/pointer

Pointer King von Postscwaighe Michela Urlhardt

Setter Kapò Scipioni

2006 edizione separata per razze

Pointer Fiano del Volturno Mic. Iazzetta

Setter Kapò Scipioni

2007 ??

2008 ex aequo Kapò – Scipioni /Orio setter Lombardi

2009 Kapò setter Scipioni

2010 pointer Picenum Re Lombardi

2011 setter Rapace del Sole Lombardi

2012 setter Paiper Lombardi

2013 setter Rapace del Sole Lombardi

2014 setter Rapace del Sole Limbardi

2015 pointer Bill della Steccaia Cantoni

2016 setter Rapace del Sole Lombardi

2017 setter Triss Lombardi

2018 pointer Bill della Steccaia Cantoni

2019 setter Kakà dell’Antonio Carvico Lombardi

 

Come si evince dalle varie edizioni, periodicamente qualche disputa ai vertici riappare come carboni ardenti sotto la cenere, alimentata soprattutto dal campanilismo degli addestratori, fomentato da tifoserie che, con l’avvento dei social, non aiutano a stemperare gli animi.

Ma andiamo a quest’ultima edizione a mio avviso non trionfale, ma pur sempre una rappresentazione più che dignitosa dei soggetti che si sono guadagnati, durante la stagione, il consenso del grande pubblico sempre attento e severo nella critica su tutto e tutti a bordo campo.

La giornata si è presentata di buon auspicio, con giusta ventilazione e temperatura ottimale, con la prova iniziata alle 14,45 orario stabilito per non finire in tarda serata, per evitare differenze sostanziali nelle condizioni atmosferiche tra i concorrenti.

Come accennavo pocanzi, giungere al Master al top di forma risulta praticamente impossibile, quindi, una certa magnanimità nel contesto generale ci può stare.

Oltretutto la prova di eccellenza setter, non essendo terminata in giornata, ma nella mattina successiva, alcuni setter hanno dovuto affrontare due turni: eccellenza e Master insieme, a significare un errore organizzativo a cui va posto rimedio.

Il confronto ha visto impegnati ben 12 turni di setter e pointer, che di sono confrontati a viso aperto sul fantastico “Wimbledon” abruzzese, sotto l’occhio impietoso del “grande fratello cinematografico”.

Il mio punto di osservazione era il settore destro dal quale credo mi sia sfuggito poco o nulla. Qualcuno afferma che da dentro al campo la visuale sia migliore, io penso l’opposto. Da fuori la visuale è completa, mentre dall’interno è settoriale. Tuttavia le nostre opinioni sono state sostanziamente condivise, per cui la classifica ha rispettato il sunto del confronto.

Kakà dell’Antonio Carvico ha interpretato la nota senza strafare, con penalià sul lato destro.

Il suo punto di forza sarebbe la facilità di leggere il vento con azione intensa, seppur il galoppo si preferirebbe più morbido. Allo scadere ha realizzato un punto corretto come postura, risolto con lunga guidata a tratti non sempre tesa, probabilmente in virtù di una quaglia pedinatrice frullata a lunga distanza dal cane.

Quarto di Villa Elena è un pointer di buona marca, dalla dorsale non sempre perfettissima con galoppo preferbilmente più impetuoso. Al suo attivo un ottimo punto correttamente risolto, gli è nuociuto un arresto un pò insistito, e un dettaglio prolungato.

La Zoe del Sargiadae è una femmina di rango, soprattutto per mentalità non disgiunta da impeto tipico. Guadagnerebbe con dimensione verticale più elevata e anteriore più disteso. A tratti ha esagerato sul lato destro, poi rientrata in diagonale corretta come profondità e direzione. Un ottimo punto ben concluso.

Gli altri classificati tutti eccellenti, sono stati perfettamente relazionati dal presidente Gianni Bernabè.

Una mia personalissima considerazione, si è notata l’assenza del Presidente Dr. Dino Muto, la cui presenza e carisma trovo sia sempre più indispensabile.

Arrivederci al prossimo anno, augurandomi da parte mia col fischietto al posto della tromba.