In una delle tante domeniche espositive, solo un po’ più uggiosa ed affollata del solito, mi trovavo ai bordi del ring ed osservavo con attenzione gli addetti ai lavori alle prese con i loro setter. Uno su tutti ha colpito, però, la mia attenzione, per la dedizione, la professionalità, la precisione con la quale ora toelettava ora conduceva quegli esemplari che vantano il suo affisso e che gli hanno consentito di conquistare le più alte vette delle cinofilia. Il tutto, sotto il vigile controllo dell’inseparabile moglie Lidia. Lui è il sig. Bassana, altrimenti noto come Remo Lui.

Nonostante non sia più un giovincello, Remo corre per davvero sul ring e di grinta ne ha da vendere anche quando risponde alle mie domande asserendo che non esiste il bello disgiunto dalla funzionalità (argomento a lui tanto caro…). Ma dietro a tanta forza si cela un uomo semplicemente innamorato dei suoi setter.

“IN CHE ANNO HAI INIZIATO AD ALLEVARE?”

“Ufficialmente (con affisso) nel 1964, era il 24 dicembre. All’epoca, per richiedere l’affisso dovevi dimostrare di “saperci fare”; essere presentato da tre cinofili di moralità indiscussa (sigg. Polischi, Ventura e Cabrini), detenere i cani in adeguate strutture e conseguire con i medesimi dei risultati. Nel mio caso, era già un lustro che allevavo come azienda e quindi possiamo anche dire che la prima cucciolata fu antecedente al 1959”.

“LA TUA GIORNATA TIPICA”

“E’ fatta dei miei setter! Limitandoci a quella ideale, ossia ai giorni in cui puoi uscire in campagna. Divertimento e passione vengono, comunque, dopo le faccende “di casa”, ossia organizzare l’attività giornaliera in allevamento (pulizia, cure, toelettatura, magazzino, ect). Appena terminate queste ultime, si esce sul terreno per analizzare le qualità naturali, è il bello del mio lavoro: passione, istinto predatorio, predisposizione al dressaggio se si lavora coi giovanissimi ovvero collegamento, potenza olfattiva (trattandosi di razza da ferma dovrebbe averla sempre), classe e movimento (che sta ad indicare appartenenza di razza) se si lavora con soggetti più maturi”.

“IL VALORE AGGIUNTO DELLA FAMIGLIA NEL TUO PERCORSO ALLEVATORIALE”

“E’ stato il contributo indispensabile allo svolgimento dell’attività professionale; negli ultimi lustri occorre avere conoscenze in tema di burocrazia, per esempio, che ai miei tempi non erano necessarie e un’unica persona non è sufficiente. Ma, oltre all’aspetto lavorativo in senso stretto, è stata importante la vicinanza di mia moglie per superare momenti complicati causati da cattiverie e vigliaccherie che il mondo cinofilo non ha voluto farmi mancare per merito di alcuni personaggi (magari anche meteore) che, sfruttando una posizione di potere, mostrarono la propria invidia ed il proprio egoismo”.

“COSA NE PENSI DELLA DERIVA IPERTICA DEI SETTER NEI RING”

“Purtroppo in troppe esposizioni, in particolare ove il giudizio della razza è affidato a giudici stranieri o comunque “indigeni” non provvisti dell’esperienza fornita dall’utilizzo del setter, non vi è più una verifica morfo-funzionale ed il risultato è quello di “accompagnare” la razza fuori dal concetto funzionale, valorizzando esemplari inutili per lo scopo per il quale sono stati creati o, meglio, dovrebbero essere stati creati”.

“COME VA AFFRONTATA LA DIVERGENZA STANDARD FCI CON IL NOSTRO STANDARD ITALIANO”

“In modo molto semplice: fino a prova contraria è una razza creata per la caccia. Uno scopo ben preciso. Basta chiedere il confronto sul terreno e vediamo quale è il vero setter inglese: quello “barocco”, sfornato dalla mentalità del nord Europa ed americana (nella madre patria i cuccioli nati si attestano abbondantemente sotto le trecento unità per anno) oppure il nostro, frutto dell’interpretazione funzionale delle memorie di Sir Laverack messe nero su bianco da competenti zootecnici del nostro paese?”

“PIU’ BELLO O PIU’ BRAVO?”

“Se ci fosse qualcuno in grado di discutere in merito alla funzionalità dettata dallo standard di Cajelli – Colombo – Solaro, sarei curioso di ascoltarlo. Non bisogna mai dimenticare che in cinotecnia il concetto di bellezza è quello della bellezza funzionale, quindi il detto: “non è bello ciò che è bello ma ciò che piace” non vale assolutamente!”.

“QUALI CRITERI PREDILIGI NEGLI ACCOPPIAMENTI”

“Nel nostro settore, zootecnia applicata al cane, non puoi sicuramente applicare il concetto del “toro più possente” o del “gallo con la cresta più sviluppata”. I nostri cani nascono con una funzione e non bisogna mai dimenticarlo se si vuole il bene della razza. Per ottenere ciò, è chiaro che occorre creare una “famiglia” pretendendo la correttezza dell’albero genealogico; ecco perché qualsiasi cosa si faccia NON può prescindere dalla veridicità delle informazioni degli avi”.

“COME GIUDICHI LO STATO DI SALUTE ATTUALE DELLA RAZZA”

“Nonostante la mano dell’uomo ne abbia combinate di ogni, la stessa non è riuscita a distruggere la razza, almeno nella funzione; certo se analizziamo l’aspetto della tipicità (l’ideale indicato dallo standard) la media è molto bassa e urge prendere provvedimenti che favoriscano il confronto zootecnico, non agonistico”.

Ora il sig. Bassana mi deve salutare, lo stanno aspettando al Best in Show. Ed eccolo lì, di nuovo in mezzo al ring, mentre accarezza il suo setter, con delicatezza, con devozione… Un’immagine che vale più di mille parole.

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