LE INTERVISTE INCROCIATE:
IL CAMPIONATO PER DELEGAZIONI A SELVAGGINA NATURALE
Tre domande, tre giudici a confronto.
Si chiude il sipario anche su questa edizione del campionato italiano per delegazioni a selvaggina naturale, confermando il successo delle scorse edizioni con ben 160 cani iscritti.
Ma per tutti i cultori della cinofilia setter, le verifiche del “dopo gara” sono le più importanti. E così, ci siamo addentrati anche noi nelle chiacchiere da bar stile calcistico ma coinvolgendo tre interlocutori di eccellenza, ossia i diretti protagonisti della sfida.
Ad ognuno il proprio punto di vista…
- 1.Un commento sui terreni e sull’organizzazione del campionato
Cuccarollo: “Si! Ci siamo! Sicuramente non scopro io la validità dei terreni di Lajatico. Conformazione e colture sono ideali per lo svolgimento di prove nella nota della caccia pratica: ideali sia per fornire ricetto all’abbondante selvaggina, costantemente presente durante lo svolgimento di tutti i turni della mia batteria, sia per consentire le giuste considerazioni su continuità, metodo ed intelligenza nello svolgimento della cerca. Peraltro, un ambiente sereno e pacato fin dall’inizio ed anche dopo la conclusione della manifestazione ben depone, anche per chi come me non è addentro alle dinamiche organizzative, relativamente al giusto sviluppo dell’evento”.
Canovi: “Riguardo ai terreni utilizzati per il CAMPIONATO PER DELEGAZIONI penso che il CD della SIS abbia fatto un ottimo lavoro in quanto, nonostante un’estate torrida, i terreni delle colline Pisane hanno dato ottime possibilità di incontro, selvaggina in giusta quantità e di ottimo livello. Questo riscontro ho avuto modo di averlo parlando coi colleghi al rientro della prova , quindi non solo nella mia batteria ma anche in tutte le altre. Riguardo la logistica organizzativa a mio avviso è stata ineccepibile , anche io sono un organizzatore e so bene quali sono le difficolta nel gestire numerose batterie , nella fattispecie tutto è andato nel migliore dei modi, siamo riusciti a sciogliere i cani molto presto e quindi a sfruttare le prime ore della mattina che sono anche le più fresche dando così la possibilità ai soggetti in visione di potersi esprimere nel migliore dei modi. I rientri delle batterie sono stati in orari assolutamente congrui e le relazioni e relative premiazioni sono avvenute in un perfetto clima di amicizia e passione. Cosa facile da dirsi ma non sempre da farsi!!! Quindi, concludendo questa mia breve chiacchierata, ribadisco che il lavoro compiuto sin ora dalla SIS sia stato di assoluta valenza ai fini di un miglioramento della razza . GRAZIE Ragazzi di avermi dato la possibilità di essere partecipe in questo importante avvenimento”.
Procaccini: “Terreni ottimi e selvaggina, nonostante la stagione, sufficiente e autoctona, organizzazione efficiente e pronta”.
- 2.Campionato per delegazioni a selvaggina: un’impressione sulla valenza tecnica di questo appuntamento
Cuccarollo: “Ovviamente la valenza tecnica non può che essere quella di qualsiasi altra speciale di razza nella nota in oggetto. Non sfugga però come il valore aggregativo, la serenità e la facilità nei rapporti interpersonali, il desiderio di coinvolgere e di farsi coinvolgere, nel contesto di un momento non semplice per la Società Specializzata Setters, assumono quell’importanza che è ben evidente ai componenti dei diversi consigli”.
Canovi: “Il campionato per delegazioni ritengo sia uno dei momenti più importanti di incontro e relativo confronto per gli appassionati di razza. I migliori soggetti delle varie delegazioni italiane vengono valutati in una prova di assoluta valenza zootecnica. Un cultore di razza dilettante o professionista che sia non può mancare a questo evento annuale”.
Procaccini: “Per una prova a selvaggina, quando si svolge su selvaggina autoctona e su terreni idonei, il giudizio non può che essere positivo e poi rappresenta anche un momento di aggregazione per appassionati della razza,cosa sempre utile”.
- 3.Come vedi il livello dei setter nella nota della caccia pratica
Cuccarollo: “Io non giudico molto frequentemente: la vita, famiglia e lavoro, mi tiene purtroppo un po’ lontano dalle manifestazioni cinofile e pertanto il mio parere non può e non vuole essere definitivo e perentorio. Già in relazione ho avuto modo di dire di non aver visionato un lotto di setter di elevata qualità: soggetti bravi, positivi, duttili, ben alla mano ma con evidenti limiti relativamente alle rifiniture di dressaggio ed alle limpide qualità di razza. Allevo setter inglesi, razza che indubbiamente mi sta fortemente a cuore, anche se di tanto in tanto mi diletto con qualche cucciolata di pointer, e da tempo almeno due dubbi turbano i miei sogni:
- PRESA DI PUNTO E CONCLUSIONE.
- QUALITA’ STILISTICHE
Assieme alla postura di ferma, queste sono caratteristiche indispensabili, fondamentali e di sicuro effetto per stabilire la purezza di razza. Allevatori, conduttori e giudici siete –siamo- sicuri che la nostra attenzione a queste qualità sia sempre massima? La conclusione inoltre, su fagiani selvatici, scaltri e veloci pedinatori è un elemento che in questa nota trova la sua massima valorizzazione. È frequente, purtroppo, verificare guidate molli, incerte, poco espressive e soprattutto non sempre efficaci. Guidate che seguono il piede del conduttore, preoccupato a vista di scoprire il luogo ove si possa essere infrattato il fagiano. Proprio in caccia pratica, più che in qualsiasi altra nota, e ripeto più che in qualsiasi altra nota, la guidata deve avvenire con tipicità, facilità, spesso in modo spontaneo tenendo una forte ed asfissiante pressione sul selvatico, schiacciandolo e costringendolo alla fine, senza più vie di fuga, all’involo ben indicato davanti al conduttore. Pochi sono i soggetti con queste caratteristiche e personalmente non manco mai di tenerli nella giusta considerazione. Da un punto di vista meccanico buona parte dei soggetti che vengono verificati sono sufficientemente tipici. Ma è proprio questo sufficientemente che mi lascia un po’ di amaro in bocca. Non sono sicuramente tra quelli che dicono “Si stava meglio quando si stava peggio”, ma mi chiedo dove siano finiti quei soggetti del recente passato che tenevano tutti con il fiato sospeso? Dov’è l’Ilio (del Binario) di Quaresmini? Dov’è il Poker delle Orobiche? Dov’è l’Ugo’ di Bonaccina? Dov’è il Kurt di Sorbelli? E dove sono finiti tanti altri? Il successo di un cane, in qualsiasi nota, è decretato dall’interesse che a questo viene riservato dai proprietari di femmine. Non sono pratico di numeri, ma vi assicuro che i soggetti su menzionati sono stati molto utilizzati in riproduzione. Quanti dei setter che corrono oggi la caccia pratica possono vantare una così grande attenzione? Ovviamente so bene che ben altre sono le note deputate all’identificazione delle più fini qualità stilistiche (meccaniche e psichiche), ma so altrettanto bene che la selezione passa inevitabilmente attraverso l’obiettività e l’esigenza di un continuo miglioramento. Scusate la franchezza, ma “il medico pietoso rende la piaga infetta”.
Canovi: “Il livello dei setter nella nota della caccia pratica lo trovo medio alto. Quest’anno ho avuto l’onore di giudicare diverse speciali e molte libere e in linea di massima i soggetti dimostravano venaticita’, buon addestramento e tipicità espressa sia in galoppo che portamento. In alcune circostanze però (non nel campionato per delegazioni) ho avuto modo di vedere soggetti che dimostravano di essere stati poco a contatto con selvaggina vera perché nel loro metodo di cerca non vi era nessuna inventiva venatoria e tutto si svolgeva con un percorso più adatto a una attitudinale che non a una caccia pratica . Per cui gli addetti ai lavori ben devono stare attenti a non addormentarsi sugli allori e continuare a vigilare e lavorare perché il nostro SETTER continui ad essere quel grande ausiliare che tanto ci ha fatto divertire e vincere fino ad ora”.
Procaccini: “Ho giudicato 7 turni e ripensando anche ad una prova a Viterbo di qualche giorno prima debbo dire che ho visto, pur senza senza punte di eccellenza, soggetti che sanno interpretare con buona sufficienza la nota della caccia, mi ha meravigliato positivamente la presenza massiccia di privati”.